lunedì 6 febbraio 2023

 Ciao a tutti!

è trascorso un mese dal primo dei dodici post per i dieci anni del mio blog. In questa giornata vi scriverò il post dedicato al mese di Febbraio, che ho pensato per festeggiare i love my loves.

Ogni volta che penso al mese di febbraio mi viene in mente San Valentino e il quadro, che a mio avviso rappresenta alla perfezione la festa degli innamorati, è "Il bacio" di Francesco Hayez. E' un dipinto ad olio su tela che è conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano, ma io ho avuto l'onore nell'ottobre del 2010 di vederlo al Museo Risorgimentale della mia città, grazie a un prestito. Vi devo confessare che quel giorno sono rimasta ad ammirare per svariati minuti, anche se ci sarei rimasta più a lungo, il quadro, innamorandomi dell'immagine e di ogni pennellata che all'epoca aveva dato il pittore. Nel 1859 il dipinto è stato commissionato a Francesco Hayez dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, il quale voleva nella sua residenza privata un'opera che trasportasse le speranze di indipendenza dall'impero Austroungarico, dopo l'alleanza tra la Francia e il Regno di Sardegna. Hayez era un pittore romantico e frequentemente l'ambientazione delle sue opere era di tipo medievale, infatti ne "Il bacio" il pittore ha raffigurato due giovani amanti, in abiti medievali, completamente abbandonati in un intenso bacio. Sembra anche l'ultimo saluto prima della partenza di lui per un qualche conflitto; in particolare era riferito alla partecipazione di molti giovani alla guerra per l'indipendenza dell'Italia da tutti gli imperi europei, come l'impero Austroungarico. "Il bacio" è stato realizzato in tre diversi modi perché era diventato il simbolo del Risorgimento italiano, ma il più famoso è quello del 1859 che dovete assolutamente andare a vedere. Di recente ho letto il libro "Questo pazzo pazzo amore" di Sophie Cousens(per la recensione cliccate qui), nel quale l'autrice fa citare al protagonista questa frase: "Il mio cuore duole, e una lenta indolenza tormenta i miei sensi". Mi è piaciuta così tanto che l'ho voluta associare al quadro di Hayez, perché entrambi mi hanno suscitato una forte carica emotiva e mi pareva che i due giovani amanti potessero provare queste dodici parole. Mi sono messa a fare ricerca sulla frase, visto che sapevo solo che apparteneva al poeta inglese John Keats. Ho scoperto, così, che si trattava dell'incipit dell'"Ode a un usignolo", che è stata scritta nel maggio del 1819 ed è parte di una serie di sei odi, denominata "Odi del 1819". Keats strutturò la poesia in otto stanze di dieci versi, in cui descrisse la vita e la morte di un usignolo. Ho letto tutta la poesia, trovandola ambigua perché sembra scritta sotto l'effetto di vino o oppio, come cita lo stesso poeta inglese. L'unico pezzo, che mi è piaciuto dell'"Ode a un usignolo", sono stati i primi due versi che ho scelto per festeggiare il mio blog nel mese di febbraio.

Ora vi saluto con l'immagine che ho realizzato e con questa domanda: "Che quadro e frase sceglierà per il mese di marzo?!" ;)



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