lunedì 1 maggio 2023

 Buona festa dei lavoratori!

nella giornata, nella quale si festeggia il lavoro, che è sempre meno visto che si sono automatizzati e computerizzati tutti gli ambiti lavorativi, ho pensato di proporvi il quinto dono per i dieci anni del mio blog. Lo so, che a maggio non c'è solo la festa dei lavoratori. Per esempio, c'è la festa della mamma, a cui bisogna pensare tutti i giorni e non solo la seconda domenica di maggio. Poi c'è il Giro d'Italia e tanto altro, ma ho scelto il lavoro perché è uno degli aspetti più importanti della vita degli esseri umani, senza il quale non ci sente benissimo sia economicamente sia psicologicamente.

Partiamo con la scelta del quadro e ho subito escluso il celebre dipinto "Il quarto stato" di Giuseppe Pellizza, che lo trovo troppo cupo. Allora, ho  pensato al lavoro ideale, che dovrebbe essere energico e che segua il ritmo fisico e psicologico di ognuno di noi. Tutto questo mi ha direzionata su un lavoro a contatto con la natura e mi sono innamorata di "Contadini al lavoro" di Alfredo Beisone. E' una tavola dipinta ad olio che il pittore pinerolese realizzò nel 1939. Del quadro mi hanno affascinata le Alpi, ancora innevate, nonostante i campi fossero pronti per la mietitura con i contadini che imbracciano le loro falci. Beisone è stato definito il "paesaggista nell'anima", perché amava dipingere il cielo, le montagne, le colline e i prati, i profili di case e campanili, mettendo in primo piano l'uomo, la donna, i lavoratori e le lavoratrici intenti nelle loro fatiche. Proprio tutto quello che si può ammirare nel dipinto "Contadini al lavoro". La frase, che ho voluto associarci, è stata attribuita a San Francesco d'Assisi, che avrebbe detto: "Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, la sua testa e il suo cuore è un artista". Gli studiosi medioevali, soprattutto quelli del santo del XIII secolo, ritengono che queste parole non siano mai state pronunciate da San Francesco. Alcuni, però, ammettono che questa frase rifletta l'idea del lavoro che aveva il santo umbro. Di fatti, i principi di San Francesco erano umili per ripercorrere la vita povera di Cristo e dei suoi apostoli, infatti lui e i suoi compagni dormivano dove capitava, si vestivano di stracci e camminavano a piedi nudi. San Francesco aveva proibito di vivere di elemosina e lui e i suoi fratelli si mantenevano lavorando con le proprie mani, aiutando i contadini e accettando in cambio solo cibo. Per San Francesco, il lavoro era un aspetto importante della vita che permetteva di avvicinarsi a Dio e al prossimo. Forse è per questo che hanno attribuito la frase al santo e, visto che è anche la mia idea del lavoro, la lascio nell'immagine che ho realizzato con il quadro di Beisone.

Ora vi saluto rinnovandovi gli auguri per la festa dei lavoratori e invitandovi a leggere i post del blog, che a giugno riceverà il suo sesto regalo.



Nessun commento:

Posta un commento