lunedì 18 ottobre 2021

Oggi vi parlerò del libro "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia. Mia sorella Roberta l'aveva trovato un libro molto interessante tanto da insistere che lo leggessi, così dopo diversi anni l'ho fatto.

Vi scrivo una breve trama: All'alba di una qualsiasi mattina in un paese della Sicilia l'autobus per Palermo si sta preparando per lasciare la piazza. Quando il bigliettaio nota un uomo trafelato correre verso l'autobus, così chiede all'autista di aspettarlo. L'uomo sale a bordo ma stramazza a terra subito, a causa di ferite d'arma da fuoco. Il bigliettaio urla di chiamare i carabinieri, mentre dall'autobus scendono i consueti passeggeri e anche il panellaro, che era nella piazza si dà alla fuga. Quando giunge sulla scena del crimine il capitano Bellodi, scopre che il morto si chiamava Salvatore Colasberna e i due testimoni rimasti non hanno molto da raccontare. Il capitano capisce che si tratta di un omicidio di mafia, soprattutto quando viene a sapere che il morto era presidente di una cooperativa edilizia. Nella stazione dei carabinieri, intanto, si presenta la moglie di Paolo Nicolosi, un potatore che è scoparso dalla mattina dell'omicidio di Colasberna. Bellodi comincia a sospettare un collegamento tra l'omicidio e la scomparsa, solo che la mafia e i suoi agganci al Parlamento vogliono mettere i bastoni tra le ruote al capitano che viene dal nord.

E' una storia che descrive la Sicilia degli anni 60 del 900, in maniera tale da comprendere come fosse la vita nell'isola immediatamente dopo la fine della guerra. Un mondo complesso nella sua semplicità, dove uomini prepotenti gestivano tutte le faccende economiche e sociali dei luoghi. Uomini all'apparenza ignoranti, che riuscivano ad avere la protezione da parte dello Stato. E' un libro che dovrebbe essere letto nelle scuole per poter riflettere sulla tematica delle organizzazioni a delinquere, che si sta cercando di fermare ma ancora oggi gestiscono buona parte dell'economia nazionale.
 

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