domenica 15 ottobre 2023

 

Oggi vi parlerò del libro "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino. Il 15 ottobre 1923 nacque lo scrittore sanremese e, visto che quest'oggi ricorre il centenario della sua nascita, ho voluto ricordare Calvino, leggendo un suo libro che avevo nella mia biblioteca casalinga.

Vi scrivo una breve trama: Pin è un bambino che vive in un carrugio ed è garzone per Pietromagro, che ha una bottega da ciabattino. Lui non ha molta voglia di lavorare e il suo padrone finisce spesso in prigione. E' orfano, ma vive con la sorella che per mantenersi fa la prostituta dei tedeschi e dei fascisti. Pin non gioca mai con i suoi coetanei perché, frequentando sempre gli adulti, sa molte cose che non dovrebbe sapere. E' un bambino dispettoso, che intrattiene gli adulti dell'osteria del paese con racconti e canzoni sconce. Un giorno, entrando in osteria, Pin vede uno sconosciuto con l'impermeabile, che confabula con i suoi amici. Ad un certo punto, gli rivolgono la parola e gli chiedono di rubare la pistola del tedesco che va dalla sorella. Pin lo fa per essere accettato di nuovo da quei grandi, però si fa prendere dalla paura e corre verso il sentiero, dove i ragni costruiscono i loro nidi. Pin nasconde la pistola e tranquillo, perché quel posto lo conosce solo lui, ritorna in paese dove viene arrestato dai tedeschi. Da quel momento Pin si troverà, suo malgrado, nel pieno della storia tra le brigate nere e i partigiani.

E' un libro interessante, che andrebbe fatto leggere nelle scuole per riflettere in una maniera più leggera, rispetto a tanti libri che trattano la stessa tematica, il periodo della liberazione che i partigiani hanno combattuto per ottenerla dal regime nazifascista. Calvino ha trattato anche la solitudine, che molti bambini in quel periodo hanno vissuto, perché erano costretti a crescere in fretta per la situazione sociale, in cui si trovavano a vivere senza alcuna possibilità di giocare. E' bellissimo il monologo che contiene il pensiero di Kim, il commissario dei partigiani, nel quale traspaiono le paure di un ragazzo e di una generazione, che aveva vissuto un ventennio di dittatura e sperava in un futuro migliore. Le stesse paure e speranze che deve aver provato Italo Calvino, quando ha fatto il partigiano.

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