venerdì 14 gennaio 2022


 Oggi vi parlerò del libro "Il senso del dolore-L'inverno del commissario Ricciardi" di Maurizio De Giovanni. La prima recensione del 2022 è su un giallo che è stato caldamente consigliato a me e a mia sorella Carlotta da una gentilissima signora, che abbiamo incontrato tra gli scaffali della Feltrinelli.

Vi scrivo una breve trama: Luigi Alfredo Ricciardi è commissario della squadra mobile della regia questura di Napoli, quando il 25 marzo del '31 viene chiamato al Real Teatro di San Carlo. Assieme al brigadiere Maione entra nel teatro e si fa portare nel luogo del delitto. Come in un rito ormai collaudato, Maione allontana tutti per lasciare da solo il commissario. All'interno del camerino Ricciardi studia il cadavere del grande tenore del suo tempo, ovvero Arnaldo Vezzi. L'uomo è morto dissanguato davanti allo specchio della toilette e dopo pochi secondi Ricciardi vede il suo fantasma in lacrime che canta a voce sommessa "Io sangue voglio, all'ira mi abbandono, in odio tutto l'amor mio finì..." A quale opera appartengono questi versi? Al San Carlo erano in scena "Cavalleria rusticana" e "Pagliacci", nel quale Vezzi recitava il ruolo di Canio. Dato che Ricciardi non sa niente di musica lirica, chiede al prete Don Pierino Fava, che quella sera aveva seguito l'opera nel suo cantuccio dietro le quinte e pare sia stato l'ultimo, a parte l'assassino, a vedere vivo Vezzi. Durante le indagini assieme a Maione Ricciardi scopre che il tenore era un uomo superbo e credeva di essere Dio, quindi si prendeva quello che voleva, se ne serviva e lo gettava via; calpestava cuori e anime, derideva, distruggeva. Allora chi l'ha ucciso? E perché Arnaldo Vezzi, nel suo ultimo momento tra la vita e la morte, recitava quelle parole?

Il commissario Ricciardi è un uomo introverso e chiuso, ma con una spiccata intelligenza e senso della giustizia. Per questo mi è piaciuto moltissimo come personaggio e anche la sensibilità di riuscire a vedere i fantasmi dei morti che cercano di aiutarlo nelle sue indagini. E' molto interessante l'intreccio della storia, che ruota intorno all'omicidio del tenore Vezzi. Adoro come scrive Maurizio De Giovanni, perché descrive meravigliosamente la psicologia dei personaggi e i panorami della Napoli degli anni 30 del 900; insomma entri nell'atmosfera di quel tempo. Ve lo consiglio caldamente come ha fatto con me quella signora alla Feltrinelli.

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