domenica 19 luglio 2020


Se nel mondo non ci fosse stata la pandemia da Covid-19, in questa giornata si sarebbe concluso il Tour de France, che si dovrebbe correre a partire dal 29 agosto. In attesa di poter vedere le imprese dei corridori ho scovato un film francese con un titolo che mi ha spronata a vederlo, ovvero "Parigi a tutti i costi"(il suo titolo originale è "Paris à tout prix").
Vi scrivo una breve trama: Maya(Reem Kherici) lavora come stilista per il famoso Nicolas Ritz. Ha una vita movimentata fra le feste mondane e il suo lavoro frenetico e ricco di competizione con le altre colleghe. La vita sembra essere sempre positiva per lei, perché ha un'ottima opportunità di poter firmare un contratto a tempo indeterminato. Per staccare dal mondo falso della moda Maya passa qualche serata di divertimento assieme ai suoi due migliori amici, ossia Alex(Cécile Cassel) e Firmin(Philippe Lacheau). Dopo un sabato sera in compagnia, i tre ritornano a casa con la Smart di Maya, che viene fermata dalla polizia dopo un sorpasso sulla linea continua. Il poliziotto prende i documenti di Maya e, appena legge la sua origine marocchina, fa dei controlli più approfonditi. L'uomo scopre che il permesso di soggiorno di Maya è scaduto da un anno, quindi viene arrestata come clandestina. Dato che non ha un talento utile alla Francia, non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato e non è sposata con un francese, Maya viene rimpatriata in Marocco. Dopo dieci anni ritorna a Marrakech e viene accolta con affetto dalla nonna e dalla moglie del fratello, il quale le combina una serie di scherzi per farle pagare la sua lunga distanza, mentre il padre non le rivolge la parola. Maya viene catapultata in una cultura e in un paese che non sente vicini al suo modo di essere, perché lei non si sente marocchina. Maya non vuole restarci, così cerca in ogni modo di rientrare a Parigi, solo che è stata espatriata e per questo non può tornare in Francia. Nel frattempo continua a lavorare a distanza e grazie alla nonna scopre preziose materie prime per la moda. Quando ormai si è rassegnata a rimanere in Marocco, la moglie del fratello ha trovato un modo per farla tornare a Parigi.
E' un film divertente e si scoprono la cultura e la natura del Marocco. Inizialmente la protagonista è antipatica, perché è arrivista e tratta tutti con superiorità, forse era una reazione al razzismo subito a scuola, così per sentirsi integrata con i francesi ha cominciato a comportarsi nello stesso modo. Mi è piaciuta la sua evoluzione, in quanto riscopre se stessa quando è obbligata a stare nel luogo da cui è sempre fuggita. Vedetelo perché affronta tematiche, come il razzismo e la clandestinità, in maniera allegra e romantica, ma non per questo non si riflette sulle differenze sociali.

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