domenica 21 febbraio 2021


 Oggi vi parlerò del libro "Il manoscritto di Dante" di Claudio Coletta. Visto che a settembre saranno trascorsi settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, qualche giorno fa ho scovato nella sezione gialli della biblioteca questo libro dedicato al sommo poeta.

Vi scrivo una breve trama: Mario Domenicucci si trova ancora a Parigi dopo un'indagine che ha coinvolto il suo reparto dell'Europol, quando il commissario Philippe Pujol lo convince a seguirlo in un lussuoso appartamento del Marais. Il cadavere è la milionaria Clothilde Dumoulin, che è stata trovata dal fedele maggiordomo Kowalski con la testa sfracassata. Durante la perquisizione i poliziotti scoprono un caveau, contenente opere di una bellezza e valore insestimabile, e si accorgono che sono stati rubati un Picasso, un Constable e un piccolo Giorgione, che era stato acquistato di recente dalla donna. Domenicucci e Pujol, indagando sull'operazione di vendita, risalgono alla contessa Eleonore de Soissons, la quale rivela a Domenicucci che il Giorgione era una copertura, perché al suo interno erano contenuti due fogli bruciacchiati con gli ultimi versi della Divina Commedia, scritti dallo stesso Dante Alighieri. Con il suo carattere tranquillo Domenicucci riesce a capire i vari avvenimenti che stanno dietro la morte della milionaria, rischiando a sua volta di restare intrappolato in questo caso di finanza e criminalità.

L'ho trovata una storia troppo veloce, nel senso che sono tanti brevi paragrafi che si susseguono senza continuità e non ci sono descrizioni più precise, quindi si arriva alla soluzione del caso senza riuscire ad indagare assieme al protagonista. Le uniche cose, che mi sono piaciute, sono state la delicatezza di Domenicucci, soprattutto verso il suo fragile figlio, e le descrizioni di una parte di Genova che conosco un po' e quindi mi ci sono ritrovata.

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