sabato 14 novembre 2020

In queste serate ho cercato di vedere qualcosa di diverso dai consueti telefilm gialli, che continuano ad essere la scelta più frequente di questi tempi. Qualche giorno fa sono capitata davanti al film "Un amore di candidato"(il suo titolo originale è "The makeover").

Vi scrivo una breve trama: Hannah Higgins(Julia Stiles) è una donna colta e sofisticata che si occupa di formazione educativa, perché crede nel potere dell'istruzione per migliorare la situazione di un paese. Questa convinzione la porta a candidarsi per un seggio al Congresso, come rappresentante del Massachusetts, ma il suo modo di fare la penalizza favorendo il meteorologo Wade Bradbury. Nella serata delle elezioni Hannah se la prende con la sua amica e collega Colleen(Camryn Manheim) e anche con l'ignaro fornitore di birra Elliot Doolittle(David Walton), a causa del suo modo di esprimersi. Anche se Hannah è convinta che con un po' di lezioni tutti possano migliorare. Il tempo passa e Bradbury muore, così ripartono le candidature per ricoprire la sua carica. Hannah è tentata, ma dubbiosa dei cambiamenti che dovrebbe apportare per colmare il gap della precedente elezione. Nel birrificio, nel frattempo, si libera il posto come rappresentante ed Elliot vuole ottenerlo per lo stipendio, che permetterebbe a lui, alla sorella e ai nipoti di vivere meglio. Solo che deve migliorare il suo modo di esprimersi, così chiede aiuto ad Hannah che ha un'idea strepitosa. Perché non candidare Elliot al suo posto per il seggio al Congresso? Lui sarà d'accordo? E soprattutto come reagirà il cuore di Hannah davanti alla versione sofisticata di Elliot?

Ho trascorso una piacevole serata a guardare questo film, che scorre velocemente. E' interessante la descrizione delle innovazioni educative per consentire a tutti di acquisire una buona istruzione, perché, come recita l'attrice, "a una persona puoi togliere tutto ma non la sua istruzione". Inoltre la storia ti fa riflettere su come un po' di belletto e studio possano cambiare radicalmente una persona; anche se, a mio avviso, deve sempre rimanere un pizzico della propria personalità, altrimenti si diventa burattini invece di esseri umani.

 

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