lunedì 11 giugno 2018



Oggi vi parlerò del libro "L'idiota" di Fedor Dostoevskij. Dopo aver letto "Scrivere è un mestiere pericolo", in cui Alice Basso accennava alcuni pezzi delle avventure del principe Myskin, ho pensato di leggerlo prendendolo in prestito dalla biblioteca.
Vi scrivo una breve trama: Il principe Lev Nikolaevic Myskin lascia la Svizzera, dove ha vissuto per anni, e ritorna a Pietroburgo per incontrare l'unica parente che gli sia rimasta in vita. Durante il viaggio in treno, chiacchiera con un uomo di nome Rogozin, che è tornato a casa dopo un lungo periodo, perché il padre è morto e può riscuotere la sua eredità, nonché può finalmente correre dalla donna che ama. Si tratta di Natas'ja Filippovna, che ha una storia personale drammatica e viene mantenuta dal ricco Tockij. Arrivato alla stazione di Pietroburgo, il principe si dirige nella dimora del generale Epancin, il marito della sua unica parente. A palazzo viene accolto dal suo segretario Gavrila Ardalionyc, che lo interroga prima di poterlo lasciar passare dal generale. Mentre stanno parlando entra Epancin e inizia a parlare con Gavrila sulla serata che si terrà da Natas'ja Filippovna. Quando il generale si accorge della sua presenza, il generale lo manda volentieri dalla moglie e le figlie. Myskin, così, conosce Lizaveta Prokof'evna, Aleksandra, Adelaida e Aglaja, di cui rimane affascinato. Trovandosi a suo agio con le quattro donne, il principe rivela loro di essere stato in Svizzera per curare l'epilessia e da quel momento tutti quelli che lo incontrano lo definiscono l'idiota, suscitando dei turbamenti al principe. In realtà Myskin è un uomo buono e colto, pronto a discorrere di qualsiasi problema e a dispensare consigli. Dopo una serie di casualità il principe Myskin si scontra con Natas'ja Filippovna, che lo tratta con alterigia come fa con tutti gli uomini che dicono di essere innamorati di lei, e questo incontro turberà l'animo buono del principe, vivendo delle avventure che rischieranno di portarlo sull'orlo della pazzia.
Per anni mi è capitato di passare in libreria davanti a questo tomo senza avere il coraggio di sollevarlo, perché mi spaventavano le sue dimensioni e il fatto che fosse stato scritto da un autore drammatico come Dostoevskij. Poi gli accenni nel libro di Alice Basso mi hanno convinta e ho fatto bene, in quanto si viene catturati dalla bontà del principe Myskin, anche perché subisce una sorta di bullismo, quando lo definiscono idiota. In realtà si rivela un personaggio molto intelligente, che espone delle riflessioni filosofiche ed esistenziali, che ancora adesso sono riscontrabili nelle nostre vite. Il finale mi ha lasciata perplessa, ma si può sorvolare visto che la storia è stata scritta da Dostoevskij, il quale non poteva fare a meno di metterci un morto e conclusioni drammatiche nei suoi libri.

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