domenica 6 settembre 2020


Il Festival del Cinema di Venezia è cominciato dal 2 settembre e, vedendo tutti i servizi sui film in concorso, mi è venuta voglia di vedere qualcosa. Ho spulciato, così, su Rai Play e ho scovato il film "A Napoli non piove mai", che da quando era uscito al cinema che l'avrei voluto vedere.
Vi scrivo una breve trama: Barnaba Buonocore(Sergio Assisi) ha trentotto anni ed è un grande sognatore. Vive a Napoli con il padre e la madre, la quale lo vizia in tutti i modi. La sua fidanzata Margherita lo accusa di soffrire della sindrome di Peter Pan e lo lascia perché lei vuole un figlio, mentre lui non ha nessuna fretta. Dall'altra parte dell'Italia, ovvero Milano, Sonia Franculaccia(Valentina Corti) riesce, dopo anni, a ottenere il dottorato in storia dell'arte e vuole raccimolare i soldi per partecipare alla biennale di arte contemporanea senza l'aiuto dei soffocanti genitori. Il professore le propone di restaurare delle opere artistiche nella chiesa di Padre Gennaro, che si trova a Napoli. Barnaba, nel frattempo, litiga con il padre che vuole a tutti i costi che cominci a lavorare nello studio dello zio. Barnaba, però, è stufo di far felice sempre il padre, che l'ha obbligato a laurearsi in giurisprudenza, quando avrebbe voluto fare il fotografo. Il padre lo caccia di casa e lui girovaga per la città alla ricerca di un amico che lo ospiti. Alla fine è Jacopo Degli Orti(Ernesto Lama), che lo accoglie e Barnaba gli porta una sferzata di allegria nella sua vita lugubre, caratterizzata dal continuo desiderio del suicidio. Sonia, intanto, giunge a Napoli e dopo varie peripezie riesce a localizzare la chiesa, dove ogni giorno Barnaba va a pregare i santi per fargli ottenere dei soldi dal bancomat, nonostante il suo credito sia esaurito. Appena i due si incontrano, scocca la scintilla e Sonia svenie ammirando il quadro alle spalle di Barnaba, perché lei soffre della sindrome di Stendhal. Insomma Barnaba, Sonia e Jacopo formano un trio di sfortunati ma, come ricorda la sorella del prete, "A Napoli qualcuno che ti copre con l'ombrello, c'è sempre".
E' un film molto divertente perché vengono affrontate tre sindromi, ovvero quella di Peter Pan, di Stendhal e dell'abbandono, con leggerezza e ironia. Mi sono ritrovata in questi personaggi oltre i trent'anni, che fanno fatica a farsi spazio nella società e si proteggono dalle aspettative sociali, rifugiandosi nelle loro paure. Unendo i loro timori e le loro forze, però, riescono a emergere rimanendo loro stessi. Ne è valsa la pena aspettare per vedere questo film, perché si riflette e ride in modo perfetto, quindi non perdetevi la visione di "A Napoli non piove mai".

 

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