domenica 14 giugno 2020

Ciao a tutti!
innanzitutto ringrazio tutti coloro che con commenti o e-mail hanno espresso la loro scelta per dare un finale al racconto "Cosa ti aspetti?":) Ora passiamo al vincitore tra i tre finali, che vedono protagonista Lucia e il suo nuovo capo Sebastiano. Ebbene...il vincitore è...(immaginate il rullo di tamburi) il finale numero tre, quello nel quale regna il romanticismo ;) Di seguito potrete leggere il racconto "Cosa ti aspetti?" per intero. Allora...Buona lettura e soprattutto ancora Grazie a tutte e a tutti per aver partecipato :)



La prima volta che Lucia vide Sebastiano capì di non avere niente in comune con lui. I suoi modi di fare, ovvero dare pacche sulle spalle a tutti e fare l’occhiolino alle donne, glielo resero ancora più antipatico. Lucia, però, doveva sopportare in silenzio, visto che Sebastiano era il suo capo da un paio di mesi. Da quando il signor Ernesto svenne e venne ricoverato per un infarto. In ufficio tutti erano convinti che a succedergli sarebbe stata Lucia, dato che da vent’anni era il suo braccio destro, prima come segretaria e dopo la laurea come vice direttore.
Invece il consiglio dell’azienda, presieduto dall’intera famiglia Freccine, aveva deciso che il sostituto di Ernesto fosse il suo unico figlio. Lucia era risentita per lo scarso interesse dimostratole dopo gli anni di duro lavoro e questo risentimento era aumentato, quando aveva visto il viso abbronzato e i lunghi capelli biondi di Sebastiano. Da indiscrezioni aveva scoperto che il nuovo direttore tra un salto e l’altro sul surf aveva lavorato per una start-up nella Silicon Valley e non aveva esitato a mollare il suo incarico per rientrare in Italia dopo l’infarto del padre. Questo comportamento aveva migliorato il parere di Lucia nei confronti di Sebastiano, anche se continuavano a infastidirla i suoi modi sfacciati, le sue camice hawaiane colorate, i bermuda con palme o varie fronde e le infradito della Birkenstock.
In una giornata negativa in borsa i titoli dell’azienda Freccine erano colati a picco, facendo vivere momenti di terrore nell’ufficio. Lucia era corsa da Sebastiano per incoraggiarlo a convocare urgentemente un consiglio per decidere come comportarsi in quella situazione. Sorseggiando il suo latte di cocco, Sebastiano la tranquillizzò:
«Non ti preoccupare, Lucia. Non c’è bisogno di convocare il consiglio, perché domani mattina attiveremo la stessa procedura che ha permesso alla Worderful Rainbow di recuperare e guadagnare tantissimo agli inizi della start-up».
Lucia, aggrottando la fronte, cercò di replicare, ma lui la rassicurò:
«Vedrai domani andrà tutto bene».
Sebastiano le strizzò la palpebra destra e bevve tranquillo il suo latte di cocco. Indignata Lucia uscì dall’ufficio sbattendo tutte le porte che le si paravano davanti. Non aveva sbagliato a reputarlo un borioso pallone gonfiato figlio di papà. Avrebbe dovuto avvisare il consiglio, invece di decidere senza concordare con gli altri componenti dell’azienda. Lucia rimuginò a lungo sull’atteggiamento e sul modo di essere di Sebastiano, anche mangiando il gelato al cioccolato seduta sul divano del suo monolocale.
Il giorno seguente Sebastiano riunì gli impiegati e Lucia, organizzando l’intensa giornata lavorativa che li avrebbe attesi per recuperare le perdite del giorno prima. La borsa aprì e l’azienda Freccine si impegnò a svolgere tutti i passaggi proposti da Sebastiano. Alle diciotto le trattative finanziarie cessarono e i titoli recuperarono le perdite, permettendo all’azienda addirittura un guadagno del tre per cento. Esausti ma soddisfatti i dipendenti festeggiarono, mentre Lucia raccolse le sue cose e uscì.

Aveva dovuto abbandonare la festa perché il cuore aveva iniziato a battere forte dopo anni. Quel batticuore non era dovuto al successo delle trattative finanziarie, ma ad una persona che, con i suoi modi gentili ed affettuosi, aveva fatto breccia nei cuori dei dipendenti e anche nel suo. Lucia sbloccò la sua Renault Twingo, pensando all’ennesima generosità di Sebastiano che aveva offerto lo spumante a tutti per quella piccola conquista aziendale. Aprendo la portiera si accorse dell’oggetto dei suoi pensieri, che a grandi passi si avvicinava con i lunghi capelli biondi, svolazzanti per la brezza serale. Sebastiano si fermò davanti a lei e le chiese:

«Lucia, perché te ne vai senza festeggiare il nostro successo?»
Lucia deglutì perdendosi nelle profondità delle sue iridi pervinca e abbassando lo sguardo rispose:
«Perché…perché mi sentivo in imbarazzo».
Lui corrugò la fronte e, spingendo la portiera, insistette:
«Perché dovresti essere in imbarazzo?»
Alzando gli occhi Lucia notò l’intenzione di Sebastiano di chiudere lo sportello dell’auto, così si scorse per consentirglielo. Lucia iniziò a respirare a fatica, perché la sua vicinanza la stordiva. Aveva trentotto anni, ma in tutta la sua vita non si era mai sentita in quella maniera, ovvero con il cuore palpitante, il respiro affrettato e un senso di vertigine. Lucia barcollò, così Sebastiano le afferrò le braccia, domandandole con gli occhi che cercavano i suoi:
«Ti senti bene?»
Appena Lucia sollevò le sguardo e incontrò le iridi pervinca dell’uomo, dovette appoggiarsi alla carrozzeria dell’auto per non cadere. Con la fronte aggrottata Sebastiano scrutò i suoi occhi e Lucia capì che per la prima volta stava provando il sentimento dell’amore, di cui aveva sempre sentito parlare ma che lei non aveva ancora avuto l’onore di conoscere. La fronte di Sebastiano si distese e le sue labbra si sollevarono in un sorriso luminoso, mentre le iridi pervinca brillarono con guizzo malizioso. Lucia deglutì con il cuore palpitante, intanto Sebastiano avvicinò il viso al suo e, quando le loro labbra furono a pochi centimetri, le confessò:
«Lo sai che, la prima volta che ti ho vista così impettita e rigida, ho pensato che fossi una tizia noiosa e antipatica. In questi mesi, vedendoti dare anima e corpo per l’azienda, ho capito che invece sei una donna passionale».
«D…davvero?» balbettò deglutendo subito dopo.
Sebastiano annuì con il capo e molti capelli gli scivolarono davanti al viso, accarezzando le guance di Lucia, che chiuse le palpebre. Con voce roca lui le rispose:
«Sì, bisogna solo farla esprimere la tua passione».
Lucia sentì un brivido correrle lungo la schiena, mentre Sebastiano si impadronì della sua bocca facendole scoprire, dopo vent’anni di solo lavoro, cosa fosse l’amore.
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