domenica 22 ottobre 2023

Ciao a tutti!

due giorni fa ho festeggiato gli anni e fra otto giorni ci sarà il compleanno del blog. Per trovare una connessione tra tutti questi eventi gioiosi, ho pensato di regalarvi un racconto. Si intitola "Il mistero della lettera d'amore" e l'ho scritto per partecipare ad un concorso letterario, organizzato da una rivista, che spesso compro dal giornalaio, perché contiene storie di vita vera e tante curiosità sulla sfera femminile e non solo. Dato che il mio racconto non è arrivato tra i primi quattro, ma a me piace molto, ve lo lascio da leggere e, se volete, potete farmi sapere cosa ne pensate. Prima, però, vi dico qualcosa per introdurvi il racconto. Allora...la protagonista Azzurra ha appena ricevuto una lettera d'amore cartacea, che non è stata firmata, così si mette ad indagare su chi sia l'autore di quelle parole che le fanno battere forte il cuore. Vi ho messo un po' di curiosità?! Bene, ora potete estiguerla ;)

Due grossi, rotondi e gialli limoni ondeggiavano assieme al ramo, quando Azzurra aprì le palpebre.

Il silenzio della campagna, interrotto solo dal frinire delle cicale, era ciò di cui aveva bisogno dopo la lettera che aveva ricevuto qualche giorno prima. Non avrebbe mai immaginato di ricevere nell’era tecnologica una busta bianca con scritto il suo nome. All’inizio aveva pensato si trattasse di qualche biglietto di uno stalker, visto tutte le storie che si leggevano sui giornali o si ascoltavano in televisione. Invece, il contenuto l’aveva sorpresa.

Una leggera brezza mosse il ramo di limoni, diffondendo il loro profumo nell’aria, e Azzurra chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla tranquilla atmosfera. All’improvviso una cicala frinì in modo deciso, interrompendo il silenzio della natura, così Azzurra riaprì le palpebre muovendosi per estrarre dalla tasca del pantalone la busta, che le stava scombussolando la serenità mentale.
L’amaca ondeggiò, mentre Azzurra spiegava l’aletta della busta e sfilava un foglio da stampante piegato a metà. Sollevò in alto la carta per rileggere la scrittura fitta in penna nera con le stanghette delle t rivolte verso l’alto. Azzurra aveva fatto diverse ricerche sulla grafia e pure un test gratuito, scoprendo che l’uomo in questione avrebbe dovuto avere una personalità spontanea e altruista. Ma chi poteva essere tra gli uomini che conosceva? Doveva trattarsi di qualcuno con cui aveva un rapporto di amicizia, visto che la lettera menzionava molti aspetti di lei e della sua vita che conoscevano in pochi. Azzurra arricciò il naso, pensando ai sentimenti contrapposti che provava nei confronti della persona che le aveva scritto. Da una parte, era onorata di suscitare quelle tenere emozioni in un uomo; dall’altra era infastidita perché questo ammiratore segreto non aveva avuto il coraggio di esprimere i suoi sentimenti di persona.
Azzurra sbuffò, mentre una donna con un grosso cappello di paglia e un cesto colmo di albicocche in mano si fermò davanti a lei, chiedendole:
- Come mai questo sbuffo, Azzurra? Ti stai annoiando qui in campagna con la tua famiglia?
Azzurra la guardò negli occhi e scuotendo il capo le confessò:
- Mi trovo benissimo qui in campagna con te e papà. Ho sbuffato perché stavo pensando a una cosa.
- A che cosa, figlia mia? – le domandò posando il cesto sotto l’amaca.
Azzurra aspettò che la madre tornasse a guardarla per rivelarle il suo cruccio, sventolando il foglio di carta.
- Ho ricevuto una lettera.
- Di che tipo? – la incalzò la madre, corrugando la fronte.
- Una lettera d’amore. – bisbigliò osservando l’espressione della mamma.
Lei distese il volto corrugato in un sorriso e battendo le mani esclamò:
- Oh! Finalmente la mia bambina ha trovato l’amore!
Azzurra scosse la testa redarguendola:
- Mamma non corriamo! La lettera non è firmata.
- Ah!
- Eh già. È per questo che mi sto spremendo le meningi per capire di chi si tratta.
La madre inspirò e ipotizzò:
- Non è che è stato Luca a scrivertela e non l’ha firmata, dando per scontato che riconoscessi la sua scrittura?!
Azzurra scoppiò a ridere e scuotendo la testa affermò:
- In sette anni di convivenza Luca non ha mai scritto una lista della spesa, figurarsi se si sarebbe messo a scrivere una lettera.
- Magari in questi mesi di lontananza è cambiato. – ipotizzò sua madre alzando un secondo le spalle.
Azzurra replicò decisa:
- Non è lui! Ho fatto un controllo e non è la sua calligrafia.
La madre si mise le mani sui fianchi e domandò:
- Allora chi è che ti ha scritto la lettera?
- Non lo so. – le rispose con un sospiro.
La madre la osservò per alcuni istanti e con un sorriso la rassicurò:
- So io come risolvere il mistero della tua lettera d’amore.
- E come?
La madre si piegò per recuperare il cesto e avviandosi verso la casa replicò:
- Ti aspetto sotto il portico.
Azzurra la osservò fino a quando non scomparve all’interno della casa. Scese dall’amaca e con la lettera in mano si augurò con tutto il cuore che la madre avesse una soluzione al suo mistero.
I cubetti di ghiaccio tintinnarono, quando Azzurra poggiò il bicchiere sul tavolo, che era invaso da fogli, una penna e il suo cellulare. Azzurra sollevò lo sguardo sulla madre, che stava sorseggiando il suo tè, leggendo la lettera. Azzurra non avrebbe voluto coinvolgerla ma, dopo più di una settimana a rimuginare, aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a capire. La madre le allungò la lettera e subito afferrò la penna per scrivere quello che stava dicendo:
- Mi sembra chiaro che si tratti di un uomo, che ti conosce da qualche anno. Da tempo è innamorato di te, ma non voleva intromettersi tra te e Luca. È un uomo romantico, che ama ancora scrivere con carta e penna. Allora quanti uomini conosci da anni?
Azzurra sgranò gli occhi alla penna puntata dalla madre e, dopo aver deglutito, mormorò:
- Ci sono i miei colleghi, il mio capo…
La madre la interruppe specificando:
- Che non siano sposati!
Azzurra alzò gli occhi al soffitto per riflettere e tornando a guardare la madre li elencò:
- Sono solo tre…Walter lo conosco da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme in agenzia. Poi c’è Francesco, con cui condivido la postazione da ormai tre anni, e Giulio è il guardiano, con cui chiacchiero nella mia pausa caffè.
La madre terminò di scrivere e sbirciandola insistette:
- Sei sicura che non ci sia nessun altro?!
Azzurra chiuse gli occhi e nella sua mente si materializzò il volto rassicurante di Roberto, il suo vicino di casa, con i capelli sulle spalle e una folta barba cosparsa di fili d’argento. Azzurra spalancò gli occhi e rispose in fretta:
- No! Non c’è nessuno!
- Bene! Ora tra questi chi ama scrivere con carta e penna? – la incalzò la madre pronta a scrivere.
Azzurra pensò ai candidati e replicò:
- Nessuno dei tre. I miei colleghi si appuntano tutto sul cellulare, mentre Giulio ha sempre la testa piegata a controllare le notifiche.
- Ma questo non vuol dire che non gli piaccia scrivere! Per questo ora gli manderai un messaggio e glielo chiederai! – sentenziò disegnando un asterisco sul nome.
Azzurra contorse le labbra in una smorfia, mentre la madre esclamava:
- Visto che abbiamo risolto il mistero della tua lettera!? Ora scrivi a Giulio!
Azzurra si allungò per prendere il cellulare sapendo già che non erano giunte a nessuna soluzione.
Il soggiorno dai genitori era stato riposante e le aveva permesso di scoprire il mittente della lettera. Azzurra incastrò il motorino nel parcheggio, si sfilò il caso e sbirciò la facciata del palazzo, accertandosi che determinate tapparelle fossero abbassate. Da quando Giulio le aveva confermato di non essere l’autore della lettera, aveva fatto in modo di evitare il suo vicino di casa, perché aveva paura di considerarlo come possibile compagno. Con lui faceva delle bellissime chiacchierate che spaziavano dagli argomenti seri a quelli frivoli e non sapeva se era disposta a portare il loro rapporto in un’altra direzione. Azzurra entrò nel palazzo e salì le scale, quando la signora del secondo piano apparve con la sua folta chioma candida dalla porta socchiusa chiedendole con voce gracchiante:
- Azzurra, sei tu?
- Sì, signora Clelia. Come sta? – la salutò fermandosi davanti al suo uscio.
Clelia le sorrise e affermò:
- È da tanto tempo che non ci vediamo…anche perché ho una cosa da darti.
- A me? – domandò con la fronte corrugata.
Clelia annuì ed estrasse dalla tasca del grembiule una busta, che le tese dicendole:
- Roberto mi ha chiesto di consegnartela, appena ti avessi incontrata
Azzurra afferrò la lettera deglutendo e leggendo il suo nome bisbigliò:
- Grazie
- Per Roberto farei qualsiasi cosa. Con me è sempre gentile e, vista l’occasione, ho cercato di ricambiare. Sai, è proprio un caro ragazzo.
- Dice?! – chiese sbirciando gli occhi nocciola della signora.
Clelia raddrizzò la schiena e ribatté:
- Certo! Ogni sabato Roberto mi accompagna a fare la spesa o la burocrazia e, quando non può, mi manda uno dei suoi alunni. E pensa che ieri è partito per la Sicilia per andare ad insegnare l’italiano agli stranieri. Dimmi, se non è un bravo ragazzo?!
Azzurra sgranò gli occhi a tutte quelle notizie e deglutendo mormorò:
- Non sapevo facesse tutte queste cose, ma non posso dire di conoscerlo.
Clelia le sorrise e guardandola negli occhi constatò:
- Voi giovani, Azzurra, avete troppa fretta! Guardate solo in superficie! Basterebbe guardare negli occhi qualche secondo in più per capire chi abbiamo davvero davanti.
Azzurra abbassò un secondo lo sguardo e sventolando la busta si scusò:
- Clelia la saluto che sono proprio curiosa di leggere cosa mi ha scritto Roberto.
La donna le fece l’occhiolino, mentre Azzurra correva le ultime rampe di scale. Entrò in casa, sbattendo la porta alle sue spalle, buttò sul divano la borsa e con mani tremanti sfilò l’aletta dall’incastro della busta. Dopo aver spiegato il foglio e aver deglutito, Azzurra lesse la scrittura di Roberto:
Cara Azzurra,
credo che la prima lettera ti abbia spaventata a morte, visto che sei scappata e mi hai evitato. Devo essere onesto con te e ammettere che non so per quale ragione io non abbia firmato la prima lettera. Forse sono stato un codardo o forse ho semplicemente avuto paura di esprimere i sentimenti che provo per te e non essere ricambiato. Chissà cosa credevo di fare, scrivendo una lettera senza nome? Avrei dovuto farmi coraggio e dirtelo una di quelle sere che parliamo di tutto e di niente. Invece ho preferito parlare di stupidità, forse perché sapevo che quello che sento per te, tu non lo provi per me. Non voglio accusarti di niente o farti sentire in colpa, perché so che l’amore non va a comando. È l’unico sentimento che va dove il cuore lo porta e la ragione non può imporgli niente. Ti ho scritto questa lettera per rassicurarti, che non devi avere paura di me e che non ho nessuna intenzione di impormi. Per questo, ho accettato di trascorre l’estate a insegnare l’italiano agli stranieri così, come dice un detto, lontano dagli occhi lontano dal cuore e forse tu riuscirai a dimenticare il contenuto della mia lettera. Spero che questo accada e che con il tempo possiamo tornare a parlare di tutto e di niente come una volta.
Un affettuoso saluto,
Roberto
Azzurra si lasciò cadere sul divano con il cuore palpitante, perché aveva percepito la sincerità dei sentimenti di Roberto. Dopo questa lettera, però, si sentiva ancora più confusa, visto che la spingeva a riflettere su cosa significasse per lei l’amore. Roberto era l’unico che le dava spunti di riflessione su ogni tematica e anche questa volta era successa la stessa cosa. Azzurra si alzò di scatto lasciando la lettera sul divano e, troppo confusa per prendere una decisione, raggiunse il bagno per una doccia. Sperando con tutto il cuore che la lontananza da Roberto riportasse il loro rapporto a quello di prima.
La pioggia scendeva a scrosci, quando il motorino di Azzurra andò in panne e lei fu costretta a spingerlo per strada. Le auto le sfrecciavano accanto bagnandola ulteriormente. Azzurra aveva le lacrime agli occhi, quando un’auto blu la affiancò muovendosi alla sua velocità. Roberto le sorrise e le domandò:
- Stai bene? Fermati che ti do un passaggio!
Azzurra si bloccò con le braccia indolenzite per lo sforzo di trascinare e obiettò:
- Ma ti bagnerò tutto il sedile.
- Ma chi se ne frega del sedile! L’importante è che non ti prendi un raffreddore – esclamò spalancando la portiera.
Azzurra sospirò abbassando il cavalletto del motorino.
- Allora vengo con te.
- Ottima scelta – la rassicurò Roberto, partendo appena Azzurra si fu accomodata in auto.
- Ha deciso di lasciarti definitivamente a piedi – affermò accendendo le bocchette dell’aria calda.
- Già.
L’auto si riscaldò e Roberto le domandò:
- Adesso stai un po’ meglio?
- Sì, grazie – rispose Azzurra asciugandosi il viso.
Rimasero in silenzio a lungo fino a quando non si fermarono a un semaforo rosso e Roberto non scrutò Azzurra in viso dicendo:
- Non torneremo mai come prima, non è vero?!
- Non lo so.
Roberto la studiò ancora un po’ e in silenzio fece ripartire l’auto. Continuarono il viaggio senza parlare, mentre Azzurra sentiva il cuore battere all’impazzata. Erano trascorsi quattro mesi dalla sua ultima lettera e aveva creduto di poter tornare a parlare come un tempo con Roberto, riuscendoci una volta in occasione delle piante aromatiche dei loro balconi. Ora, che era seduta a pochi centimetri da lui, era difficile pensare con lucidità, visto che poteva scrutare il suo bel profilo e sentire il suo profumo. Soprattutto era affascinata dalla profondità del suo sguardo, che era posato su di lei. Azzurra deglutì alla vista del sorriso di Roberto, che le disse:
- Siamo arrivati. Prendo l’ombrello e speriamo di non bagnarci troppo.
Roberto si allungò sui sedili di dietro e con l’ombrello tra le mani affermò a pochi centimetri dal suo viso arrossato:
- Faccio il giro e ti vengo a prendere.
Azzurra annuì con il capo, poi Roberto la coprì con l’ombrello incastrandosi sul braccio la sua mano. Il tepore del suo corpo portò Azzurra a prendere una decisione sulla situazione che li riguardava. Bagnati entrarono nell’androne del palazzo e Roberto osservò ridacchiando:
- Alla fine l’ombrello non è servito a niente.
Azzurra rimase seria e avvicinandosi disse:
- Grazie, Roberto. Ma non potevo aspettarmi niente di diverso da una persona speciale come te.
Roberto abbassò e rialzò in fretta il pomo d’Adamo balbettando:
- C…cosa stai dicendo?
Azzurra gli afferrò la mano sinistra e gli confessò con voce roca:
- Tu sei speciale. Ammetto che la tua lettera è stata un fulmine a ciel sereno e, quando ho capito che eri tu ad averla scritta, ho avuto paura di…di rovinare la nostra amicizia. E quando mi hai scritto di dimenticare la lettera, ero contenta perché non mi aspettavo la profondità dei tuoi sentimenti. Ma ora tutte le tue parole d’amore mi risuonano nella testa e…vorrei provare a vedere se anche io sento queste profonde emozioni, ma a una condizione…
- Q…quale? – balbettò Roberto con gli occhi lucenti.
Azzurra abbassò lo sguardo e gli propose:
- Se dovessi avere dei dubbi su di noi, ti prego scrivimi una lettera per chiarire.
Roberto ridacchiò e, quando lei lo guardò, le promise:
- Ti scriverò tutte le lettere che vuoi, ma saranno sempre e solo d’amore per te.
Azzurra gli rivolse un sorriso, che Roberto rapì con un bacio. Azzurra gli circondò il collo con le braccia per approfondire la conoscenza delle sue labbra e del suo amore. ©

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